Pavimentazioni

 

 

Il pavimento residenziale è una particolare finitura delle superfici calpestabili adibite alla civile abitazione.

I requisiti dei materiali impiegati devono possedere adeguata resistenza all'usura, adeguati canoni estetici, modularità e facilità di sostituzione in caso di piccoli danneggiamenti.
Un'eccezione è costituita dal parquet o palchetto in legno, che non possiede rilevante resistenza ad usura meccanica, ma possiede ottime caratteristiche di isolamento termico e spesso notevole bellezza. Chi sceglie il legno deve però rassegnarsi alla futura comparsa di graffi e talvolta rigonfiamenti dovuti ad umidità e spesso da gradienti termici.
Per garantire un adeguato adattamento agli assestamenti strutturali, che inevitabilmente condizionano la vita dell'edificio, le finiture sono posate con opportuni giunti, che svolgono il compito di ammortizzatori laterali, fra un elemento e l'altro.
Le piastrelle o le lastre di pavimentazione vengono incollate ad uno strato di sottofondo, chiamato massetto , costituito da cemento e sabbia, che deve essere il più possibile piano, per evitare che le piastrelle, in seguito ai normali carichi di esercizio siano soggette a sollecitazioni mal sopportate da materiali fragili come la ceramica, che rischia di fessurarsi, richiedendo fastidiose riparazioni. Sostituire una piastrella non è un'operazione particolarmente complessa, ma richiede tempo e possibilmente la mano di un operatore esperto nel settore. La piastrella rovinata dev'essere rotta, ma evitando di rovinare anche le piastrelle vicine, con conseguenti maggiori spese di tempo e denaro. Da non sottovalutare il fatto che non è facile trovare lo stesso tipo di piastrella, con stesso colore e tono, per cui molti utenti prudenzialmente si cautelano tenendo da parte delle scorte di materiale, da usare in caso di riparazioni.

Il pavimento può essere di varie tipologie:

  • piastrelle in ceramica usati per i rivestimenti di tutto l'alloggio, o almeno per zona cucina e zona bagno
  • piastrelle in grès porcellanato per ingressi e soggiorni
  • lastre di marmo per ingressi e soggiorni
  • lastre di granito per scalinate e parti comuni condominiali
  • mosaici molto usati in rivestimenti di dettaglio per cucine e bagni
  • palchetti in legno, molto usati per camere da letto.
  • pavimenti in cotto

Fonte [Wikipedia]

 

PAVIMENTAZIONE INTERNA

La pavimentazione interna nell' edilizia ha la funzione di conferire alle superfici di calpestio il grado di finitura richiesto e di trasmettere i carichi di servizio alle strutture orizzontali degli edifici o, in determinati casi, al terreno.

Le pavimentazioni interne possono inoltre contribuire all'isolamento acustico degli ambienti e, quando è necessario, anche a quello termico.

Classificazione

Le pavimentazioni interne possono essere classificate in:

  • Pavimenti realizzati con semilavorati ( piastrelle , lastre posate in opera secondo diverse geometrie)
  • Pavimenti realizzati con semilavorati resilienti (vinilici, gomma, linoleum, moquette, etc.)
  • Pavimenti realizzati con tecniche tradizionali ( alla veneziana, alla genovese , etc.)
  • Pavimenti gettati in opera (stesura e finitura di uno strato continuo di cemento o apposite resine).

Rivestimento e supporto

Sono strati costituenti una pavimentazione:

  1. Rivestimento
  2. Supporto
  1. Rivestimento : strato superficiale del pavimento avente la funzione di resistere alle sollecitazioni meccaniche, ai fenomeni fisici e alle aggressioni chimiche e di creare le condizioni di benessere e di sicurezza dell'utenza. Esso può essere realizzato con piastrelle di ceramica , lastre lapidee o in legno , oppure con piastre o teli in materiale vinilico, gomma, linoleum o moquette. Solitamente il raccordo tra il rivestimento del pavimento e la parete viene realizzato con uno zoccolino (battiscopa).
  2. Supporto : è l'insieme di strati sottostanti al rivestimento che concorrono a formare la pavimentazione. Essi hanno la funzione di ancorare il rivestimento, compensare le quote e le pendenze , conferire un determinato grado di isolamento, incorporare le canalizzazioni degli impianti, ecc.

La composizione e le caratteristiche degli strati del supporto variano a seconda del tipo di rivestimento e delle prestazioni che devono essere svolte dalla pavimentazione.

Nel caso in cui il supporto delle pavimentazioni appoggi sul terreno , bisogna creare altri strati di pavimentazione, quali un vespaio in ciottolate costipato ed un vespaio ventilato formato da gambette di muratura, sulle quali vengono poggiati tavelloni o altri elementi adatti a formare un' intercapedine d'aria tra il terreno e il pavimento.

Pavimenti interni realizzati con semilavorati [ modifica ]

Le pavimentazioni interne realizzate con semilavorati vengono principalmente posate o su un allettamento di malta o per incollaggio utilizzando appositi collanti.

Nel caso in cui si opti per una posa su un letto di malta, basta formare uno strato di malta di almeno 2 cm e poi posare ad uno ad uno tutti gli elementi del pavimento ed assestarli.

Se invece decidiamo di incollare le piastrelle, bisogna innanzitutto avere uno strato di massetto ben orizzontale, "tirarvi" sopra uno strato del collante tramite un'apposita spatola dentata, e assestare successivamente le mattonelle.

I pavimenti hanno la caratteristica di essere costituiti da più elementi accostati con una forma regolare: tra un elemento e l'altro restano però degli spazi vuoti (le fughe) dove vengono inseriti dei particolari leganti detti "fuganti". Le fughe sono importanti sia da un punto di vista estetico che anche da un punto di vista funzionale.

La posa può essere fatta a giunto chiuso (con gli elementi del pavimento accostati uno all'altro) o a giunto aperto (in questo caso vi è un distanziamento di qualche millimetro tra un elemento della pavimentazione ed un altro). Se il pavimento è a giunto chiuso, la superficie risulta più uniforme, mentre quello a giunto aperto è invece più indicato nel caso in cui abbiamo delle mattonelle scalibrate (ossia con profili non regolari).

Nel caso di pavimentazioni in piastrelle di ceramica (comunemente "gres porcellanato"), le tolleranze in calibro, qualora la piastrella non sia stata rettificata, e soprattutto la planarità (le normative ammettono il 5 per mille della diagonale della singola mattonella), rendono necessaria la presenza della fuga, per non evidenziare questa caratteristica del materiale con dei piccoli 'gradini' nel punto di contatto tra due mattonelle (detti gergalmente topicchi ).

Pavimenti interni realizzati con tecniche tradizionali

Pavimenti alla Veneziana : sono detti anche pavimenti a terrazzo . Si ottengono da granulati di marmo , con granulometria variabile intorno ai 20mm, e sparsi su stati di supporto ancora fresco sul quale vi sono degli appositi leganti. Dopo la fase detta di cilindrazione , nella quale il marmo viene inglobato, si effettua la cosiddetta molatura, per la quale viene rasato il pavimento in maniera tale da renderlo piano. Questo tipo di pavimento solitamente è utilizzato quando bisogna ricoprire ampie superfici.

Pavimenti alla Genovese : molto simili a quelli alla Veneziana, si differenziano solo per l'impiego di granulati di dimensioni più piccole impastati con leganti e pigmenti a base di ossidi prima di eseguire il getto in opera del pavimento.

Palladiane : sono pavimenti costituiti da frammenti di lastre, lavorati a piano di sega, con dimensioni comprese tra i 10 e i 20cm, che vengono applicati su uno strato di allettamento accostandoli in opera senza un ordine geometrico . La posatura viene conclusa con una stuccatura dei giunti e con una levigatura e lucidatura superficiale.

Pavimenti a Mosaico : costituiti da piccoli elementi lapidei di diverso colore e forma variabile dai 8mm ai 20mm vengono posati in maniera da ottenere diversi disegni. Questo tipo di pavimentazione è antichissimo e tuttora resta molto pregiato. La posatura avviene sfruttando il cosiddetto metodo al rovescio, per il quale viene prima disegnato il disegno su cartoni (con casellatura e numerazione) e poi incollate le tessere su di esso. Accostando poi i diversi cartoni e effettuando una posa in opera si inizia la prima fase di realizzazione del mosaico . Successivamente vengono tolti tutti gli strati di carta e murato il getto si effettua una levigatura e lucidatura. Apparirà a questo punto il disegno al dritto.

Pavimenti interni gettati in opera

I più comuni sono quelli formati da semplice calcestruzzo che contiene una leggera armatura metallica per evitare eventuali crepe che si potrebbero formare.
Per fare questo pavimento vengono fatte delle fasce longitudinali di 4-5 m di larghezza che vengono “tirate” con una staggia da due persone che si trovano dalle parti della fascia. Quando i primi strati hanno raggiunto una resistenza sufficiente, si sale su quelle per formare le fasce che erano rimaste libere tra 2 che erano già state fatte.

La superficie viene perfezionata con lo spolvero mentre il cemento è ancora fresco, la lisciatura e la frattazzatura. Si può inoltre procedere con una rullatura mediante la bocciarda nel caso in cui si voglia migliorare l'aderenza con il pavimento.

In casi di forti sbalzi termici , vengono usati dei giunti di dilatazione che hanno lo scopo di assorbire le dilatazioni del cemento ; bisogna dire che per ogni specifico caso di dilatazione in base alle necessità vi sono vari ed innumerevoli tipi di giunti.

In alcuni casi la pavimentazione viene fatta rivestendo il basamento di calcestruzzo con vari tipi di materiali che possono andare da pellicole a rivestimenti autolivellanti a particolari resine o malte resinose

Pavimenti interni realizzati con materiali vinilici, gomma, linoleum o moquette

Prescrizioni per l'eliminazione delle barriere architettoniche

La normativa riguardante l'eliminazione delle barriere architettoniche indica i criteri di progettazione atti a garantire l'accessibilità agli edifici privati e all' edilizia residenziale pubblica sovvenzionata (ERPS). Queste prescrizioni possono essere riassunte nel seguenti punti:

  1. I pavimenti delle parti comuni degli edifici e quelli esterni devono essere antisdrucciolevoli, cioè con un coefficiente d' attrito superiore ad un valore di 0.40
  2. I dislivelli tra pavimenti diversi devono essere inferiori a 2.5cm
  3. Gli zerbini devono essere incassati e le guide a pavimento solidamente ancorate
  4. I grigliati utilizzati nei piani di calpestio devono avere maglie con vuoti che non costituiscano ostacolo o pericolo, rispetto a ruote, bastoni di sostegno e simili
  5. Eventuali differenze di dislivello devono essere contenute ovvero superate tramite rampe con pendenza adeguata in modo da non costituire ostacolo al transito di una persona su sedia a rotelle .
  6. Nelle parti comunicanti dell' edificio si deve provvedere ad una chiara individuazione dei percorsi, eventualmente mediante una adeguata differenziazione dei materiali e del colore della pavimentazione

Fonte [Wikipedia]

 

PAVIMENTAZIONE ESTERNA

La pavimentazione esterna è la posa di un pavimento in ambiente esterno agli edifici.

Le caratteristiche principali che devono avere le pavimentazioni esterne sono un'elevata resistenza alle azioni meccaniche provocate dallo scorrimento di autoveicoli e quindi di mezzi pesanti , un'adeguata antiscivolosità, soprattutto in caso di superficie bagnata, o in caso di ghiaccio, questo specialmente nel caso del passaggio di pedoni e quindi nelle aree pubbliche, ma anche in aree trafficate da autoveicoli. Quindi la resistenza all'usura e il coefficiente d'attrito sono i più importanti attributi che devono avere. In caso di situazioni climatiche non favorevoli si deve garantire la durabilità della pavimentazione.

Oltre a questo ci deve essere una facilità di manutenzione , soprattutto nel caso di centri urbani, dove solitamente troviamo un frequente ripristino dell'aspetto superficiale, ma soprattutto possono avvenire di frequente immissione di cartelli segnaletici. Queste pavimentazioni sono formate da uno strato superficiale che può essere realizzato con vari materiali come lastre di materiali lapidei o piastrelle di ceramica , masselli di calcestruzzo , piastrelle e lastre piane di calcestruzzo, e da un supporto le cui caratteristiche variano a seconda della natura del terreno, dal tipo di pavimentazione e dai carichi previsti.

Porfido

I porfidi attualmente impiegati in edilizia per pavimentazioni, rivestimenti e pareti ventilate sono rocce vulcaniche effusive: ingnimbriti riolitiche e riodacitiche, ampiamente diffuse sulla crosta terrestre. Il porfido, petrograficamente, è formato da una pasta vetrosa o microcristallina di fondo, che ne costituisce più del 65%, nella quale sono immersi piccoli cristalli (pezzatura 2/4 mm) in percentuale variabile tra il 30/35%. I cristalli più abbondanti sono quelli di quarzo , tanto che alla roccia viene attribuita anche la denominazione di "porfido quarzifero". Notevolmente inferiore è la presenza dei feldspati , esigua è quella delle miche .

Cubetti

I cubetti sono sicuramente il tipo di pavimentazione in porfido più utilizzato in particolare per pavimentazioni ad uso pedonale, per strade e per ricreare le pavimentazioni dei centri storici . Essi uniscono un elevato contenuto estetico e tecnologico e sono adattabili ad ogni tipo di ambiente e temperatura.

I cubetti di porfido da pavimentazione sono di forma cubica irregolare, ottenuta per spaccatura meccanica. I cubetti si presentano con una superficie superiore a piano naturale di cava e si trovano in pezzature a seconda delle esigenze di carattere statico ed estetico. Questi sono degli elementi che vengono usati, per la maggior parte delle volte, per le comuni pavimentazioni esterne che troviamo in giro. Tali elementi presentano un'ottima resistenza all'usura, un buon coefficiente d'attrito e sono adattabili in base alle diverse situazioni di arredo urbano.

Messa in posa dei cubetti di porfido

I cubetti vengono posati su uno strato di sabbia che varia dai 4 cm ai 6 cm ed in seguito vengono costipati con acqua ed una macchina apposta che li batte e li rende molto più fissi al terreno. Per concludere la posa del porfido , vengono sigillati i giunti, solitamente con della boiacca cementizia, che serve per tenere più uniti i cubetti e per evitare la fuoriuscita della sabbia sottostante.

Esistono molte geometrie di posa per il porfido, ma la più usata e la più adatta per la costruzione di strade di transito è quella degli archi contrastanti. Tali archi permettono di assorbire meglio le sollecitazioni e le spinte derivanti da grossi carichi e dai mezzi che passano sopra.

Lastrame

Il lastrame viene ottenuto direttamente in cava già alla fine delle operazioni di cernita del porfido lastrificato abbattuto. È costituito da lastre di forma poligonale più o meno irregolari con i bordi a spacco irregolare e con la superficie in vista a piano naturale di cava. Il lastrame è distinto in vari tipi in base alle dimensioni e allo spessore che varia da 2 a 7 cm. È utilizzato principalmente per la formazione di pavimentazioni esterne (marciapiedi, cortili, viali, giardini, ecc.) e talvolta anche per rivestimenti (muri stradali, edifici, terrazze, ecc.)

Piastrelle

Le piastrelle hanno resistenza, notevole effetto estetico e una resistenza agli sbalzi climatici. Ci sono tre tipi principali di piastrelle di porfido:

  • Piastrelle a spacco o tranciate: vengono squadrate mediante compressione e quindi sono abbastanza irregolari. La superficie è a piano naturale di cava. Esse possono avere spessori vari;
  • Piastrelle a coste segate: sono prodotte dalla rifilatura delle lastre grezze da sega. La superficie è quella naturale di cava e le coste sono segate. Esse possono avere spessori vari;
  • Piastrelle fiammate: sono sottoposte a spacco termico (fiammatura) ed hanno un piano artificiale. Le coste sono fresate con lati paralleli ed angoli retti. Lo spessore è uniforme (cm 2, 3, 4). 22

Binderi

I binderi sono a forma di parallelepipedo , si integrano con pavimentazioni di porfido o altro materiale, come elementi di contenimento della pavimentazione e a creare bordi di marciapiede. La faccia superiore a piano naturale è ben squadrata con lati paralleli e le coste sono a spacco; hanno una dimensione tendenzialmente standard che va da 10 a 15 cm, uno spessore che varia da 8 a 12 cm ed una lunghezza variabile (a correre) di 10-30 cm. Possono essere posati rispettando, ad opera finita, lo stesso piano della pavimentazione da realizzarsi oppure rialzati di 1-2 cm rispetto alla quota finale del pavimento. Essi servono a delimitare e contenere piazze, viali, marciapiedi, giardini, ecc. Una sorta di "ricamo" da utilizzare per disegnare aiuole o pavimentazioni particolarmente decorative.

Smolleri

Gli smolleri vengono impiegati su terreni in notevole pendenza dove si necessita una forte aderenza. La superficie è ruvida e la realizzazione appare rustica. Essi sono ottenuti tramite tranciatura e la testa è rifinita a mano. Presentano due facce laterali a piano naturale di cava

Cordoli

I cordoli in porfido o altri materiali lapidei, hanno forma di parallelepipedo. solitamente hanno le facce a vista piano cava (naturale) e la testa a spacco o, in alternativa, lavorazioni sui lati e sulla testa. Hanno spessori che vanno solitamente da 4 a 25 cm per un'altezza non inferiore a 20-25 cm. Possono avere diverse funzioni, non esclusivamente estetiche. Vengono impiegati per contenere la pavimentazione, per creare alzate di scalinate o alzate di marciapiedi.

Masselli di calcestruzzo (autobloccanti)

I masselli di calcestruzzo hanno una forma solitamente rettangolare e regolare. Essi presentano una buona resistenza agli agenti atmosferici e alle sollecitazioni meccaniche. Solitamente vengono utilizzati sia dove non sono presenti carichi definibili leggeri ( piste ciclabili , marciapiedi ecc.), sia dove i carichi sono abbastanza elevati (parcheggi, ecc...). Grazie alla discontinuità tra un elemento e l'altro è molto semplice fare dei rappezzi od operazioni di manutenzione senza che questi si notino; inoltre tali discontinuità permettono di avere un ottimo drenaggio nel terreno sottostante. Prima della posa dei masselli viene creato un adeguato sottofondo pressato (solo in caso di assenza) e viene fatta una cordonata che ha il compito di contenere il ghiaino (5 cm circa) per evitare lo spostamento dei masselli. Quindi si procede con la posa, solitamente a mano, degli elementi autobloccanti e - con l'utilizzo di macchine vibro-compattatrici - i masselli vengono pressati e fissati: uno dei vantaggi di questi elementi è la possibilità di realizzare svariate forme geometriche di vari colori a seconda delle esigenze e delle necessità.

Autobloccanti anticati

L'autobloccante anticato pur mantenendo le stesse caratteristiche tecniche di quello standard, presenta una serie di irregolarita' e smussature che gli conferiscono un aspetto "vissuto". Questo particolare "effetto antico", viene ottenuto mediante un processo di post-lavorazione che non intacca ne deteriora le proprietà dell'autobloccante. Proprio per questo motivo molti produttori, sono soliti realizzare - dello stesso modello di autobloccante - una versione standard e una anticata. A causa della mancanza di "spigoli vivi", di una più o meno marcata irregolarità nel profilo e di una discreta modularità compositiva, gli autobloccanti anticati vengono spesso impiegati come alternativa economica alla pietra nella pavimentazione di parcheggi e zone pedonali anche in contesti di pregio.

Fonte [Wikipedia]

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